L’analisi svolta in questo lavoro procederà per cerchi concentrici: partiremo dal risultato elettorale nazionale, per poi passare a entità territoriali inferiori, province e comuni, in modo da aver chiaro il contesto in cui si inseriscono i risultati locali.
Come in precedenti lavori abbiamo privilegiato, ove possibile, un’esposizione grafica, attraverso la gradazione delle colorazioni che rende immediatamente percepibili le diversità o le uniformità territoriali del voto. Tali gradazioni sono state realizzate dall’autore mediante un noto software di elaborazione grafica, con precisione approssimata al decimo di punto percentuale.
Per coerenza espositiva le diverse liste elettorali saranno sempre elencate secondo la loro collocazione tradizionale nell’emisfero politico da sinistra a destra.
Come in precedenti lavori abbiamo privilegiato, ove possibile, un’esposizione grafica, attraverso la gradazione delle colorazioni che rende immediatamente percepibili le diversità o le uniformità territoriali del voto. Tali gradazioni sono state realizzate dall’autore mediante un noto software di elaborazione grafica, con precisione approssimata al decimo di punto percentuale.
Per coerenza espositiva le diverse liste elettorali saranno sempre elencate secondo la loro collocazione tradizionale nell’emisfero politico da sinistra a destra.
1 ANALISI PRELIMINARE
1.1 Schieramenti 2009
Alle elezioni europee del 2009 sedici partiti e movimenti hanno presentato le proprie liste in almeno una circoscrizione. Undici sono presenti in tutta Italia, due in buona parte del paese e tre in una sola circoscrizione. Queste le liste (vengono qui riportati anche gli acronimi che saranno spesso usati nel resto di questo lavoro):
· Partito Comunista dei Lavoratori (PCdL) guidato da M.Ferrando (non presente al Sud e nelle isole)
· Rifondazione e Comunisti Italiani (“Lista Anticapitalista”)
· Italia dei Valori - Lista Di Pietro, rispetto all’anno scorso il partito non è più alleato col PD. Al Nord Ovest il partito è collegato con
· Südtiroler Volkspartei (SVP), collegata con il Partito Democratico (assieme al Partito Autonomista Trentino Tirolese e a Slovenska Skupnost), presente nel Nordest
· Liberal Democratici Riformisti con Melchiorre
· Lega Nord
· Il Popolo della Libertà (PDL), collegato al Nord Ovest con
· Forza Nuova, guidata da Roberto Fiore (non presente in Sicilia e Sardegna)
· Partito Comunista dei Lavoratori (PCdL) guidato da M.Ferrando (non presente al Sud e nelle isole)
· Rifondazione e Comunisti Italiani (“Lista Anticapitalista”)
- o Partito della Rifondazione Comunista (PrC), guidato da Paolo Ferrero
- o Partito dei Comunisti Italiani (PdCI), segretario Oliviero Diliberto
- o Socialismo 2000, guidato da Cesare Salvi, separatosi da Sinistra Democratica
- o Consumatori Uniti
- o Federazione dei Verdi, segretaria Grazia Francescato
- o Movimento per la Sinistra (MpS) di Nichi Vendola, separatosi dal PrC
- o Partito Socialista
- o Sinistra Democratica, guidata da Fabio Mussi
- o Unire la Sinistra, ex corrente di destra del PdCI che fa riferimento a Katia Bellillo, Umberto Guidoni e Luca Robotti
· Italia dei Valori - Lista Di Pietro, rispetto all’anno scorso il partito non è più alleato col PD. Al Nord Ovest il partito è collegato con
- o Autonomie Liberté Démocratie en Europe (minoranza valdostana francese) che si presenta con lista autonoma
· Südtiroler Volkspartei (SVP), collegata con il Partito Democratico (assieme al Partito Autonomista Trentino Tirolese e a Slovenska Skupnost), presente nel Nordest
· Liberal Democratici Riformisti con Melchiorre
- o Liberal Democratici (LD), gruppo di ispirazione Diniana, passato dal centrodestra al centrosinistra nell’ottobre/novembre 2008
- o Movimento Associativo Italiani all'Estero (MAIE), che rappresenta gli elettori residenti in America Meridionale
· Lega Nord
· Il Popolo della Libertà (PDL), collegato al Nord Ovest con
- o Vallée d'Aoste (minoranza valdostana francese), Union Valdôtaine, Fédération Autonomiste e Stella Alpina, che si presenta con lista autonoma
- o Movimento per le Autonomie (MPA), di Raffaele Lombardo
- o La Destra, di Francesco Storace e Nello Musumeci
- o Partito Pensionati, di Carlo Fatuzzo
- o Alleanza di Centro per la Libertà, di Francesco Pionati
· Forza Nuova, guidata da Roberto Fiore (non presente in Sicilia e Sardegna)
1.2 Risultati Nazionali
Questi sono i risultati a livello nazionale, evidenziando in grassetto le liste che hanno superato lo sbarramento del 4%, valore necessario per poter accedere al Parlamento Europeo2. RISULTATI Nazionali per PROVINCIA
A un primo livello di analisi si possono osservare i dati relativi ai partiti che hanno conseguito la maggioranza relativa dei voti nelle singole province. Le variazioni che possiamo osservare rispetto all’anno scorso sono le seguenti:
Il risultato è che la fascia “rossa” del centroitalia si assottiglia, perdendo non solo alcune province di “periferia” come le venete, le piemontesi/valdostane, il sud della Toscana e tutta l’Umbria, ma anche pezzi “interni” come la zona della Versilia (a Lucca si aggiunge Massa e Carrara) e quella di Rimini.
Al di sotto della Toscana e delle Marche l’Italia peninsulare si presenta con un monocolore Pdl, mentre in Sicilia solo nella provincia di Enna il Pd è avanti (per meno di mille voti) e in Sardegna la situazione è, come sempre, piuttosto equilibrata.
Restringiamo ora l’analisi alla zona centrosettentrionale che è quella che presenta variazioni più marcate e analizziamo in modo grafico la forza relativa dei partiti principali, evidenziando le province in modo più intenso ove il partito raccoglie più consensi in %.
Per quanto riguarda il Partito Democratico, le zone di maggior successo sono quelle tradizionali: Toscana centrale (a Firenze, Siena e Livorno oltre il 43%) ed Emilia-Romagna orientale (oltre il 40% a Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ravenna).
- Il PD guadagna la maggioranza in due province, Sassari ed Enna, e ne perde dieci a favore del PDL e una a favore dell’Union Valdôtaine (collegata anch’essa al PDL);
- Il PDL guadagna la maggioranza nelle province di Torino, Rovigo, Venezia, Massa e Carrara, Rimini, Grosseto, Perugia, Terni, Potenza e Crotone e perde le due menzionate sopra a favore del PD.
Il risultato è che la fascia “rossa” del centroitalia si assottiglia, perdendo non solo alcune province di “periferia” come le venete, le piemontesi/valdostane, il sud della Toscana e tutta l’Umbria, ma anche pezzi “interni” come la zona della Versilia (a Lucca si aggiunge Massa e Carrara) e quella di Rimini.
Al di sotto della Toscana e delle Marche l’Italia peninsulare si presenta con un monocolore Pdl, mentre in Sicilia solo nella provincia di Enna il Pd è avanti (per meno di mille voti) e in Sardegna la situazione è, come sempre, piuttosto equilibrata.
Restringiamo ora l’analisi alla zona centrosettentrionale che è quella che presenta variazioni più marcate e analizziamo in modo grafico la forza relativa dei partiti principali, evidenziando le province in modo più intenso ove il partito raccoglie più consensi in %.
Per quanto riguarda il Partito Democratico, le zone di maggior successo sono quelle tradizionali: Toscana centrale (a Firenze, Siena e Livorno oltre il 43%) ed Emilia-Romagna orientale (oltre il 40% a Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ravenna).
I voti raccolti decrescono velocemente sulla via Emilia via via che ci si avvicina alla Lombardia (32% a Parma e 25% Piacenza, valore molto più affine a quelli della bassa Lombardia che agli altri emiliani). Discreti risultati anche nella Liguria orientale (attorno al 33%), mentre zone di minor conseguimento sono la citata Versilia e le Marche meridionali.
Per quanto riguarda invece la Lega Nord, come visto nella cartina precedente che mostrava il primo partito per ogni provincia, il partito di Bossi si conferma nelle province in cui già aveva la maggioranza un anno fa: Sondrio, Bergamo, Verona, Vicenza, Belluno e Treviso
Buoni risultati anche nel Friuli, nel resto della Lombardia, nel Piemonte meridionale e nella Liguria Occidentale, ma anche al di sotto del Po in Emilia, Romagna e anche in zone meno tradizionali quali la Toscana e le Marche (dove raccoglie circa il 5%). La mappa qui proposta può trarre in inganno perché le zone meridionali sembrano piuttosto sbiadite e, in effetti, un 4 o 5% è un valore molto inferiore rispetto a quelli oltre il 30% ottenuti nell’arco alpino orientale (oltre il 40% a Sondrio), tuttavia un dato attorno al 5% in Toscana o nelle Marche non è affatto poco per un partito nato con un fortissimo orientamento settentrionalista. Sembra quindi che il partito cominci ad essere percepito anche come partito d’opinione (per le sue note istanze sociali ed economiche) oltre che come partito territoriale.
Il PDL raccoglie molti voti nelle zone complementari a quelle in cui gode di forte successo la Lega Nord: nella Lombardia occidentale e Piemonte orientale (le province di Biella, Vercelli, Novara, Verbania, Como, Monza, Milano e Pavia hanno valori praticamente identici attestandosi sempre al 36/37%), nella Liguria occidentale (quasi il 44% a Imperia), in Versilia, in Friuli (a Trieste sfiora il 35%), e nella zona attorno al delta del Po (a Ferrara, Rovigo e Padova circa il 31/32%) e più a Sud nelle Marche meridionali (quasi il 40%)e nella zona confinante con l’alto Lazio (a Grosseto e Terni il 37%). Il dato minore è (non sorprendentemente) nelle zone orientate a sinistra, con un minimo del 21,3% a Reggio Emilia)
Un elemento originale di analisi che vogliamo proporre è il confronto tra le forze più “movimentiste” di centrosinistra e centrodestra (Italia dei Valori e Lega Nord) rispetto ai due partiti maggiori (PD e PDL)
Possiamo dividere il risultato dell’IDV per quello del PD e confrontare i valori ottenuti per vedere dove gli elettori di centrosinistra preferiscano maggiormente il partito di Di Pietro rispetto a quello di Franceschini (e viceversa). Il massimo di questo rapporto è nella provincia di Bolzano dove l’IDV ottiene quasi gli stessi voti del PD.
L’IDV è molto forte, rispetto al PD, anche in tutto il Veneto (eccetto Rovigo), a Trieste, nella Lombardia alpina, nel Piemonte (soprattutto quello occidentale) e poi nelle Marche meridionali.
Le zone più chiare del grafico sono quelle in cui, viceversa, è più forte il PD: Toscana centrale e meridionale, Emilia Romagna (soprattutto Reggio Emilia, Modena e Ferrara), Umbria.
Possiamo dividere il risultato dell’IDV per quello del PD e confrontare i valori ottenuti per vedere dove gli elettori di centrosinistra preferiscano maggiormente il partito di Di Pietro rispetto a quello di Franceschini (e viceversa). Il massimo di questo rapporto è nella provincia di Bolzano dove l’IDV ottiene quasi gli stessi voti del PD.
L’IDV è molto forte, rispetto al PD, anche in tutto il Veneto (eccetto Rovigo), a Trieste, nella Lombardia alpina, nel Piemonte (soprattutto quello occidentale) e poi nelle Marche meridionali.
Le zone più chiare del grafico sono quelle in cui, viceversa, è più forte il PD: Toscana centrale e meridionale, Emilia Romagna (soprattutto Reggio Emilia, Modena e Ferrara), Umbria.
Analogamente procediamo per analizzare il rapporto LegaNord/PDL e osserviamo che il partito di Bossi supera quello di Berlusconi nell’arco subalpino, soprattutto quello orientale (il semiarco Sondrio-Bergamo-Brescia-Verona-Vicenza-Treviso-Belluno viene evidenziato in rosso nell’immagine seguente) i valori poi decrescono in modo molto graduale nelle province limitrofe via via che ci si allontana (con l’eccezione di Cuneo)
3. RISULTATI LOCALI: La Provincia di Verona
Per un riferimento alle mappe delle pagine seguenti questa è una mappa dei comuni della provincia di Verona, le linee rosse delimitano, in modo orientativo, le zone Lago, Valpolicella, Lessinia, Veronese, Est Veronese, Pianura.
Anche qui come abbiamo fatto con le province possiamo iniziare l’analisi osservando la mappa che rappresenta i partiti che hanno ottenuto la maggioranza dei voti in ogni ente.
Su 98 comuni della provincia, in 86 è la Lega Nord ad avere la maggioranza relativa, in 12 il PDL. Di questi dodici,
Su 98 comuni della provincia, in 86 è la Lega Nord ad avere la maggioranza relativa, in 12 il PDL. Di questi dodici,
- otto si trovano nella zona Lago: Peschiera del Garda, Ferrara di Monte Baldo, Malcesine, Torri del Benaco, Lazise, Bardolino, Garda, Brenzone
- due in Lessinia: Sant'Anna d'Alfaedo e Bosco Chiesanuova
- uno nell’Est Veronese: San Bonifacio (per soli 6 voti)
- uno in pianura: Isola della Scala.
Passiamo quindi poi a vedere , analogamente a quanto fatto sopra per le province, dove sono più forti in % i partiti principali.
Cominciamo dal PD che raccoglie i migliori risultati soprattutto nella zona sudorientale (Villa Bartolomea , Legnago e in misura minore nella sinistra Adige), a seguire Verona e i comuni limitrofi. Tra le due zone si frappone una fascia di comuni attorno alla linea ideale Zimella/Salizzole in cui i risultati sono sensibilmente inferiori.
Debolezza anche in Lessinia e nei comuni dell’Est Veronese confinanti con la provincia di Vicenza.
Cominciamo dal PD che raccoglie i migliori risultati soprattutto nella zona sudorientale (Villa Bartolomea , Legnago e in misura minore nella sinistra Adige), a seguire Verona e i comuni limitrofi. Tra le due zone si frappone una fascia di comuni attorno alla linea ideale Zimella/Salizzole in cui i risultati sono sensibilmente inferiori.
Debolezza anche in Lessinia e nei comuni dell’Est Veronese confinanti con la provincia di Vicenza.
Per quanto riguarda la Lega Nord il discorso è esattamente l’opposto: grandi risultati in Lessinia, nei comuni dell’Est Veronese confinanti con la provincia di Vicenza e nella fascia centrale della pianura identificata prima. Risultati tutto sommato abbastanza omogenei negli altri comuni, con una debolezza relativa nei comuni lacustri, nel capoluogo di provincia e nei due comuni sudorientali Legnago e Villa Bartolomea.
Il PDL invece è forte proprio nella zona Lago, nei due comuni montani di S.Anna d’Alfaedo e Boscochiesanuova, nell’est Veronese e nella zona centrale della pianura, che è pressappoco la stessa in cui anche la Lega raccoglieva molti voti (non sempre quindi un elevato risultato di Lega o Pdl esclude un successo dell’alleato).
Se confrontiamo i risultati ottenuti dai maggiori partiti a Villa Bartolomea e a Legnago rispetto agli altri 96 comuni della provincia di Verona otteniamo la seguente tabella:
- Il dato dell’IDV è davvero molto simile, un risultato un po’ sotto la media (a Villa ottiene il 60° posto nella classifica provinciale, Legnago al 61°)
- Anche il dato del PD è molto simile: in questi due comuni ottiene i migliori risultati in tutta la provincia: a Villa il 27,13%, a Legnago il 25,67%. Terzo risultato a livello provinciale a Verona con il 22,54%. Il risultato è ancora più ragguardevole se consideriamo che in nessun altro comune della provincia il PD è riuscito a superare il 20%.
- Il dato dell’UDC invece è diverso: nella media a Villa e bassissimo a Legnago, tra i minori in tutta la provincia
- Posizione molto bassa per la Lega Nord: 91° posto a Legnago e 94° a Villa. Il partito ha raccolto meno voti percentuali solo in altri 4 comuni: Peschiera del Garda, Ferrara di Monte Baldo, Malcesine e Verona.
- Posizione bassa per il PDL a Villa (73°), un po’ sopra la media invece a Legnago (44°)
Non sorprende poi vedere che, analogamente alle zone d’Italia in cui è molto forte il PD, troviamo un rapporto IDV/PD molto basso: l’IDV raccoglie solo il 17% dei voti del PD in entrambi i comuni, 94° posto nella provincia a Villa e 95° a Legnago, ne raccoglie di meno rispetto al PD solo a Bonavigo, Casaleone e Terrazzo, tutti comuni della zona sudorientale della provincia in cui l’IDV è particolarmente debole.
Il rapporto Lega Nord /PDL, nonostante sia elevato (la Lega Nord ottiene comunque più voti rispetto al PDL), è piuttosto basso nell’ambito provinciale (ad esempio in tre comuni della Lessinia, Vestenanova, Erbezzo e Selva di Progno, a Roncà e a Concamarise, la Lega Nord ottiene più del doppio dei voti del PDL, con un massimo a Vestenanova del 264%)
4. RIS. LOCALI: I Comuni di Villa e Legnago e le province vicine
Cerchiamo di allargare l’analisi andando a vedere i risultati delle province vicine per inserire il voto di Villa Bartolomea e Legnago in un contesto più ampio.
I colori indicano le forze relative dei partiti nelle varie aree analizzate
I colori indicano le forze relative dei partiti nelle varie aree analizzate
Queste le variazioni
Se analizziamo partito per partito:
- L’IDV cresce sia a Villa che a Legnago, ma in misura inferiore di quanto non riesca a fare in tutte le province vicine e a livello nazionale
- In entrambi I comuni il PD sostanzialmente conserva i suoi voti (ricordiamo che mancano i voti dei radicali) a differenza di quanto accade da tutte le altre parti. Un dato in controtendenza rispetto a quanto succede nelle province vicine e a livello nazionale: non solo viene limitato fortemente il travaso di voti a favore dell’IDV, ma PD e IDV presi congiuntamente presentano un saldo positivo.
- L’UDC cresce leggermente a Villa e cali invece a Legnago
- La LEGA NORD cresce più delle zone vicine a Villa, Legnago invece presenta un dato in linea alla crescita delle province limitrofe.
- Il PDL cresce leggermente a Legnago, ma a Villa è in controtendenza rispetto alle zone vicine, con una perdita del 2.51%, in linea con il dato nazionale. Se escludiamo il dato leggermente negativo di Padova vediamo come in tutte le province vicine il centro destra cresca congiuntamente, a volte è più la Lega a guadagnare (Mantova e Rovigo), a volte più il PDL (Verona, Vicenza e Padova). Villa Bartolomea invece presenta un dato anomalo: il centrodestra complessivamente cresce, ma in modo (1,2%) inferiore rispetto a tutte le province vicine (Mantova, Verona, Rovigo e Padova sono oltre al 3%, Vicenza quasi al 6%) e con un fortissimo travaso di voti (2,5%) interno dal PDL alla Lega Nord.
Se consideriamo solo dato nazionale e delle province di Verona e Rovigo, allora vediamo come, in valore assoluto
- L’IDV sia leggermente più debole in entrambi i comuni
- Il PD raccolga in entrambi i comuni gli stessi voti % della provincia di Rovigo, un valore molto diverso da quello della provincia di Verona
- La Lega Nord sia in entrambi i comuni in una posizione intermedia tra i valori di Vr e Ro, anche se più spostata verso quelli di Vr
- Il Pdl sia a Legnago vicino ai valori della provincia di Verona, a Villa un po’ più debole.
Se consideriamo le variazioni relative di ogni partito (rispetto ai propri voti nella tornata elettorale precedente) e restringiamo il confronto ai valori delle province di Verona e Rovigo vediamo che
- L’IDV cresce a Villa del 70%, valore esattamente intermedio tra quello di Verona (80%) e Rovigo (60%), a Legnago cresce invece solo del 40%
- Il PD limita le perdite sia a Villa che a Legnago (a livello nazionale e a Verona perde oltre il 20% dei propri voti, a Rovigo poco meno del 15%)
- L’UDC cresce a Villa un po’ più che a Vr e Ro, a Legnago invece, in controtendenza, ne perde.
- La Lega cresce a Villa come nella provincia di Rovigo, a Legnago cresce a un valore intermedio rispetto a quello delle due province
- Il Pdl cala a Villa e cresce pochissimo a Legnago, mentre guadagna voti sia nella provincia di Verona che in quella di Rovigo.
5. RISULTATI COMUNALI: Villa Bartolomea
Vediamo ora in dettaglio i voti di Villa Bartolomea.
Cominciamo da uno sguardo alla percentuale dei votanti e dei voti validi: i votanti passano dal 82.81% delle politiche dello scorso anno al 69.55% delle europee e provinciali di quest’anno, un calo pari al 13,26%, dato assolutamente in linea con quello nazionale (-12,96%)
Tornano ad aumentare in % le schede bianche e, in modo minore, le schede nulle.
Cominciamo da uno sguardo alla percentuale dei votanti e dei voti validi: i votanti passano dal 82.81% delle politiche dello scorso anno al 69.55% delle europee e provinciali di quest’anno, un calo pari al 13,26%, dato assolutamente in linea con quello nazionale (-12,96%)
Tornano ad aumentare in % le schede bianche e, in modo minore, le schede nulle.
Questi i risultati del voto a Villa, per sezione e riordinati in base allo schieramento sinistra/destra:
che determinano le seguenti percentuali
5.1 RIS. COM. Villa Bartolomea Analisi del voto per SEZIONE
Analizziamo ora i risultati sezione per sezione:
- L’area di Sinistra (PCdL + PrC+PdCI+SL + Sin e Lib + ListaBonino) presenta complessivamente valori molto omogenei: attorno al 4,5% nelle frazioni e al 4% nel capoluogo.
- L’IDV sia attorno al 4%, col l’eccezione della sezione 3 dove sfiora il 7%
- Il PD sia ben più forte nel capoluogo (29% a Villa 1 e Villa 3 e 33% a Villa 2) rispetto alle frazioni (25% a Carpi e 19% a Spinimbecco)
- L’UDC sia attorno al 6% tranne a Spinimbecco dove raccoglie l’8%
- La Lega Nord sia molto più forte nelle frazioni (34,3% e 32,%) rispetto al capoluogo dove raccoglie in media il 25%
- Il dato del PDL sia sostanzialmente omogeneo, con una media del 27%
- Anche l’area di destra sia omogenea, con valori complessivi tra l’1,1% di Spinimbecco e il 2,3% di Villa 3
Rispetto alla scorsa tornata elettorale le variazioni sono state le seguenti:
Come si vede ci sono 3 profili molto ben distinti di variazioni:
- a Villa 1 e Villa 2 c’è un calo del PDL e un buon guadagno della Lega Nord (nel quale si può identificare un travaso di voti di circa il 2%, in media, da un partito all’altro) e un leggero avanzamento dei partiti di centro e centrosinistra
- a Villa 3 c’è un forte travaso di voti dal PD all’IDV, mentre nel centrodestra il passaggio di voti è molto limitato
- nelle frazioni l’andamento è identico: nel centrosinistra forte calo del PD (oltre il 3,3%) non compensato dal guadagno dell’IDV (1,6%), nel centrodestra forte calo del PDL (4%) e forte guadagno della Lega Nord (quasi il 7% a Spinimbecco)
5.2 RIS.COM. Villa Bartolomea Analisi flussi 2008/2009
Un confronto dei voti per area rispetto alle scorse elezioni ci fornisce i seguenti risultati:
Possiamo rappresentare questi dati come barre di area che ci restituiscono un quadro d’insieme di un voto molto stabile
- l’area di sinistra perde il 0,36% che è circa il 10% dei propri voti, attestandosi a poco più del 3%
- l’area di centro sinistra guadagna l’1,76%, valore molto simile all’1,63% dei partiti minori di centro ora mancanti
- l’Udc guadagna l’1,22%
- il centrodestra (Lega Nord + PDL) guadagna l’1,18%
- l’area di destra perde il 2,17%, cioè oltre la metà dei propri voti
Possiamo rappresentare questi dati come barre di area che ci restituiscono un quadro d’insieme di un voto molto stabile
5.3 RIS. COM. Villa Bartolomea Elezioni Provinciali
Questi i voti ottenuti dalle liste alle elezioni provinciali:
Come si può vedere quasi il 4% degli elettori ha espresso solo il voto per il candidato e non per le liste collegate.
Questi invece i voti ottenuti dai candidati, con l’indicazione delle liste collegate:
Un confronto tra i valori delle provinciali e quelli delle europee è inficiato dai seguenti elementi
Considerando quanto sopra, con le dovute cautele possiamo procedere a un confronto, limitando l’analisi alle liste presenti in entrambe le elezioni. Ecco le variazioni del risultato provinciale rispetto a quello europeo- come abbiamo visto sopra, una parte degli elettori (3,73%) non ha espresso un voto alla lista, ma solo al candidato
- alcune liste erano presenti alle europee, ma non alle provinciali: PCdL, Lista Bonino, SVP, LD-Maie (pari complessivamente al 2,14% dei voti nelle europee a Villa Bartolomea)
- altre liste invece erano presenti alle provinciali, ma non alle europee: VR Provincia Virtuosa, Verdi della Colomba, Libertà Civica Ugoli, Veronesi di Centro, Liga VENETA, Lega Lombardo-Veneta, Progetto Nord Est, Unione Nord Est (pari complessivamente al 4,36% dei voti alle provinciali)
Queste le osservazioni:
- l’area di sinistra è sostanzialmente stabile
- l’IDV accusa una modesta perdita
- il PD guadagna in tutte le sezioni, tranne Spinimbecco, con un +2,6% a Villa1
- l’UDC accusa perdite, più consistenti nel capoluogo
- la Lega Nord guadagna fortemente: si passa dal +2,5% di Villa1 al +4,5% di Spinimbecco a valori compresi tra il +6% e il +8,5% nelle altre sezioni grazie al traino del candidato locale, Mirko Bertoldo, nelle liste provinciali
- il PDL soffre naturalmente del guadagno del partito alleato con perdite che sono speculari in tre sezioni -8,77 Pdl/+8,57 Lega a Villa2, -7,74/+7,17 a Villa3, -7,5/6,83 a Carpi e perdite maggiori del guadagno della Lega (dal 2 al 3,5%) nelle altre tre sezioni
- l’area di destra è quasi dappertutto in flessione.
6. RISULTATI COMUNALI: Legnago
Vediamo ora in dettaglio i voti di Legnago.
Cominciamo anche qui da uno sguardo alla percentuale dei votanti e dei voti validi: i votanti passano dal 83,6% delle politiche dello scorso anno al 77,1% delle europee, provinciali e comunali di quest’anno, un calo pari al 6,5%, un valore pari alla esatta metà di quello nazionale. L’astensionismo è stato con tutta probabilità limitato dalla presenza delle elezioni comunali.
Quasi tutte le sezioni hanno un dato di votanti non molto lontano dal valore comunale, eccetto la sezione 4 ubicata nella Casa di Riposo di cso Vittoria che vede un numero di votanti che supera di poco la metà degli aventi diritto. Ne terremo conto quando osserveremo le percentuali di questa sezione anomala.
Le percentuali delle schede bianche e nulle variano da sezione a sezione, con valori molto bassi nel capoluogo del comune , medi nelle frazioni limitrofe e relativamente alti a Vangadizza dove le bianche superano il 4% in entrambe le sezioni.
Questi i risultati dei voti delle Elezioni Europee a Legnago, divisi per Sezione e riordinati in base allo schieramento sinistra/destra (evidenziati in grassetto ove superiori ai cento voti):
Le percentuali delle schede bianche e nulle variano da sezione a sezione, con valori molto bassi nel capoluogo del comune , medi nelle frazioni limitrofe e relativamente alti a Vangadizza dove le bianche superano il 4% in entrambe le sezioni.
Questi i risultati dei voti delle Elezioni Europee a Legnago, divisi per Sezione e riordinati in base allo schieramento sinistra/destra (evidenziati in grassetto ove superiori ai cento voti):
6.2 RIS. COM. Legnago Analisi del voto per SEZIONE
Analizziamo ora i risultati delle elezioni Europee sezione per sezione (considereremo spesso la media delle sezioni per località, evidenziando le differenze tra le sezioni qualora significative):
- Il PCdL ha valori piuttosto omogenei, comunque mai sopra l’1% e mai sopra lo 0,5% in tutte le sezioni di una stessa località
- L’alleanza PrC+PdCI+SL riesce ad andare oltre il 3% in una sezione di Terranegra, senza però confermarsi nelle altre due, mentre a Vangadizza è sopra il 2% in entrambe, altrove varia tra l’1% e l’1,5%.
- Sin e Lib riesce a superare il 2% solo in una sezione di Vigo, gli altri valori non si discostano molto dal valore comunale dell’1,16%, con valori massimi a Legnago (media dell’1,44%) e minimi a S.Pietro (0,77%)
- Lista Bonino ottiene un buon risultato a Legnago centro: è sopra il 4% nella sezione 2 e al 5,5% nella sezione 3. Anche nelle altre due sezioni è sopra il 2%, quota che solo sporadicamente raggiunge nelle frazioni. Questo determina un solco tra il capoluogo in cui la media tra le quattro sezioni è del 3,72% e le frazioni in cui varia tra l’1,05% e l’1,86% di media.
- IDV ottiene valori piuttosto elevati (oltre il 6%) nelle già citate sezioni 2 e 3 di Legnago, che paiono premiare i partiti di sinistra, a Casette (7,23% nella sezione 5 e sempre oltre il 4,5% nelle altre), non male anche i dati di Terranegra e di Vangadizza, dove è sempre oltre il 4%, mentre nelle altre località non riesce a ottenere valori di rilievo con continuità.
- Il Partito Democratico presenta valori con una elevata varianza. I valori massimi sono registrati nelle frazioni confinanti col capoluogo: a Vigo è a oltre il 30% in media, di poco sotto a Porto (29,45%) e a Casette (28,8%). A Legnago, Terranegra e Vangadizza si attesta in media attorno al 24%, mentre i valori minimi sono il 21% a S.Vito e Canove e il 20,3% di S.Pietro. Valori questi ultimi che paiono bassi, ma, ricordiamolo, comunque superiori a quanto ottenuto dal PD in quasi tutti gli altri comuni della provincia.
- Svp e LD-Maie presentano valori del tutto residuali
- L’UDC ottiene un massimo nella sezione “anomala” 4 di Legnago, dove supera l’8%, valore sfiorato anche nella 12 di Casette. Un buon risultato anche a Canove (6,2%), è poi in media sopra il 5% a Legnago e a Casette e attorno al 4% a Porto, Vigo, S.Pietro e Vangadizza, leggermente più sotto a Terranegra dove raccoglie in media il 3,4%.
- La Lega Nord ottiene risultati molto difformi: elevatissimi a Vangadizza (37,3% in media, sfiorando il 40% nella sezione 16) e a S.Pietro (34%). S.Vito e Canove sono oltre il 32% e Terranegra oltre il 31%. Sfiora il 30% Porto, mentre Vigo e Casette sono attorno al 28%. Da lì poi c’è un grande salto per andare ai valori di Legnago centro le cui quattro sezioni ottengono tutte valori minimi attorno al 21%, davvero una grande differenza col resto del comune.
- Il PDL invece ottiene i valori massimi proprio a Legnago centro dov’è, in media, superiore al 37%, con un massimo del 43,3% nella sezione 1. Seguono S.Vito e S.Pietro attorno al 32%, valori di poco inferiori al 30% a Terranegra (con un massimo di quasi il 36% nella 6) e attorno al 28% a Porto e Canove. Si passa poi al 25/26% di Vigo e Casette e ai minimi di Vangadizza (che, specularmene, registrava i massimi della Lega Nord).
- Il Polo dell’Autonomia ondeggia attorno allo 0,5%
- Anche Fiamma Tricolore ondeggia attorno allo stesso valore, con l’eccezione di Casette dove supera in due sezioni l’1%.
- Infine Forza Nuova presenta valori leggermente inferiori, con un massimo dell’1% nella sezione 10 di S.Pietro.
Se raggruppiamo i partiti per aree elettorali omogenee possiamo fare un quadro di sintesi e otteniamo la seguente tabella:
- L’area di Sinistra (che raggruppa i partiti a sinistra di PD e IDV) ottiene i valori massimi nelle sezioni 2 e 3 di Legnago centro dov’è superiore rispettivamente all’8% e al 9%, mentre nelle altre località ottiene in media valori attorno al 4%
- L’area di CentroSinistra (IDV+PD+Svp+Ld-Maie) ottiene ottimi risultati a Casette dov’è, in tre sezioni su quattro, attorno al 36%, valori di poco inferiori a Porto e a Vigo. Via via tutte le altre coi minimi a S.Vito e S.Pietro (nella sezione 11 che è quella più orientata al centrodestra in tutto il comune).
- L’area di Centro è l’UDC per cui valgono le considerazioni esposte sopra analizzando il singolo partito
- L’area di CentroDestra raggruppa Lega Nord e PDL e ottiene valori altissimi (oltre il 75%) nella sezione 11 di S.Pietro e valori sempre superiori al 60% anche nelle altre sezioni di S.Pietro, a Vangadizza, S.Vito, Canove e nelle sezioni 1 e 4 di Legnago centro che sono in netta controtendenza con la 2 e la 3. Occorre menzionare un 68,1% nella 6 di Terranegra, che non è tuttavia seguito da risultati analoghi nelle altre due sezioni della frazione. Valori poi di poco sotto il 60% a Porto e attorno al 55% a Vigo e a Casette (la cui sezione 14 è l’unica di tutto il comune in cui il CentroDestra non ottiene, seppur di pochissimo, la maggioranza assoluta)
- L’area di Destra presenta dati davvero molto omogenei che si aggirano attorno all’1,5%
6.2 RIS.COM. Legnago Analisi flussi 2008/2009
Un confronto dei voti per area rispetto alle scorse elezioni ci fornisce i seguenti risultati:
Tirando le somme quindi ci viene restituito un quadro di voto molto stabile in cui i due blocchi di CentroSinistra e CentroDestra guadagnano entrambi a spese delle ali estreme (0,88% quella di sinistra e 1,91% quella di destra) e del centro (0,74%). Non vi sono o, se vi sono, sono del tutto marginali e compensati travasi di voto dal CentroSinistra al CentroDestra o viceversa, l’elettorato sembra a tal proposito molto stabile nonostante la variazione del 6% dei votanti, astensione che quindi, a Legnago, come a Villa Bartolomea, pare aver colpito in modo equilibrato le diverse liste.
- l’area di sinistra perde quasi un quarto dei propri voti (0,88% pari allo 22,7% dei voti ottenuti un anno fa), attestandosi appena sotto il 3%
- l’area di centro sinistra guadagna il 2,9%, valore superiore alla somma della perdita dell’area di sinistra (0,88%) con i minori di centro ora non presenti (1,52%). Il CentroSx pare guadagnare quindi un valore netto dello 0,50%, voti sottratti forse in parte dall’Udc che perde lo 0,74%
- il centrodestra (Lega Nord + PDL) guadagna il 2,15%, valore anch’esso superiore alla perdita dei voti dell’area di destra (1,91%, davvero una grossa perdita per quest’area, pari a quasi il 60% dei propri voti). Il guadagno netto è quindi dello 0,24%, anche questi forse voti guadagnati a scapito dell’Udc.
Tirando le somme quindi ci viene restituito un quadro di voto molto stabile in cui i due blocchi di CentroSinistra e CentroDestra guadagnano entrambi a spese delle ali estreme (0,88% quella di sinistra e 1,91% quella di destra) e del centro (0,74%). Non vi sono o, se vi sono, sono del tutto marginali e compensati travasi di voto dal CentroSinistra al CentroDestra o viceversa, l’elettorato sembra a tal proposito molto stabile nonostante la variazione del 6% dei votanti, astensione che quindi, a Legnago, come a Villa Bartolomea, pare aver colpito in modo equilibrato le diverse liste.
6.3 RISULTATI COMUNALI: Legnago Elezioni Comunali
Per valutare il voto di quest’anno torniamo a vedere i risultati del 2004.
Prima di analizzare le varie liste diamo uno sguardo al voto valido e al numero dei votanti
Vediamo subito che il numero dei votanti è esattamente identico a livello comunale: 75,9%.
A livello di singole sezioni vi sono leggere e fisiologiche differenze, a parte la solita sezione 4 che presenta un –9,4% di affluenza che la porta alla metà degli aventi diritto.
Si riduce sensibilmente il voto bianco e nullo: dal 2,6% e dal 2,2% passano entrambi a un 1,5%. Le differenze sono molto evidenti in sezioni come la 11 di S.Pietro in cui bianche e nulle erano congiuntamente oltre il 10% e ora sono ridotte a un normale 3,1%, in linea col dato comunale.
Nel 2004 Silvio Gandini aveva vinto, sostenuto da una lista civica di CentroSinistra Legnago Viva / Legnago Solidale che aveva sfiorato il 52%, secondo era giunto Alberto Disperati, sostenuto dalla coalizione di CentroDestra UDC-FI-AN che aveva ottenuto il 26,1%. Seguiva Roberto Rettondini della Lega Nord (8,9%), Enrica Orlando, sostenuta da una coalizione di sinistra Legnago Democratica (5,9%), e Dante Faccenda con Destra Veneta (1,7%)
A livello di singole sezioni vi sono leggere e fisiologiche differenze, a parte la solita sezione 4 che presenta un –9,4% di affluenza che la porta alla metà degli aventi diritto.
Si riduce sensibilmente il voto bianco e nullo: dal 2,6% e dal 2,2% passano entrambi a un 1,5%. Le differenze sono molto evidenti in sezioni come la 11 di S.Pietro in cui bianche e nulle erano congiuntamente oltre il 10% e ora sono ridotte a un normale 3,1%, in linea col dato comunale.
Nel 2004 Silvio Gandini aveva vinto, sostenuto da una lista civica di CentroSinistra Legnago Viva / Legnago Solidale che aveva sfiorato il 52%, secondo era giunto Alberto Disperati, sostenuto dalla coalizione di CentroDestra UDC-FI-AN che aveva ottenuto il 26,1%. Seguiva Roberto Rettondini della Lega Nord (8,9%), Enrica Orlando, sostenuta da una coalizione di sinistra Legnago Democratica (5,9%), e Dante Faccenda con Destra Veneta (1,7%)
Questi erano stati i risultati per sezione nelle COMUNALI del 2004
- la lista di Enrica Orlando aveva superato il 10% nella 13 di Casette e nella 2 di Legnago, aveva poi raccolto attorno al 6/8% in altre sezioni di Casette, Terranegra e Porto, minimi a S.Pietro, S.Vito e Vangadizza (circa il 3,5%)
- la lista civica di Silvio Gandini aveva ottenuto oltre il 65% a Vigo e il 63% in una sezione di Vangadizza. Ancora buoni risultati a Porto e Casette, mentre a Legnago centro, a S.Pietro e a Canove non riusciva a raggiungere la maggioranza assoluta dei voti
- la Lega Nord otteneva un 17,7% a Canove e valori attorno al 10% a Porto, S.Pietro e Vangadizza, dati di poco inferiori a Casette, a Terranegra e a S.Vito, mentre a Legnago centro e a Vigo raggiungeva a malapena il 5%
- l’UDC otteneva un 6,1% nella sezione 4 e valori di poco sopra il 3% a Legnago centro, Terranegra, S.Vito e Canove, meno dalle altre parti.
- Forza Italia superava il 25% a Legnago 1, S.Pietro 11 e S.Vito. Buoni risultati anche a Canove e nelle altre sezioni di S.Pietro, medi a Terranegra e nelle altre di Legnago centro.
- AN presentava il voto più concentrato, raccogliendo gran parte dei suoi voti nelle quattro sezioni di Legnago centro (attorno al 10%) e, seppur in misura minore, in quelle di Terranegra, mentre dalle altre parti otteneva circa la metà di questi consensi.
- la lista Destra Veneta otteneva consensi solo a Casette (4,4% nella 12, 3% nella 13) e a Legnago 2, molto meno nelle altre sezioni.
Nel 2009 invece vi sono stati 4 candidati sostenuti da 7 liste:
Ha vinto Roberto Rettondini che ha ottenuto il 52,8% dei voti, grazie ai voti di Lega Nord (31,6%), PDL (21,64%) e 470 voti personali. Segue Damiano Ambrosini, sostenuto da tre liste civiche di CentroSinistra, per un complessivo 38,1% più 504 voti personali. A grande distanza, attorno al 5%, Matteo Limoni con la lista civica Nuova Città e al 3,5% Francesco Salvatore sostenuto dall’Udc.
Dei quattro candidati il solo Ambrosini riesce a guadagnare qualche decimale percentuale attraverso il voto “solo sindaco”, come si evince nella colonna a destra, che rappresenta la variazione tra i voti totali e quelli dati dalla somma dei voti delle liste collegate.
Questi i dati divisi per sezione:
Dei quattro candidati il solo Ambrosini riesce a guadagnare qualche decimale percentuale attraverso il voto “solo sindaco”, come si evince nella colonna a destra, che rappresenta la variazione tra i voti totali e quelli dati dalla somma dei voti delle liste collegate.
Questi i dati divisi per sezione:
- Lista Civ. La Rosa ha raccolto consensi nelle zone ove è tradizionalmente più forte il centro sinistra, cioè Legnago 2 e 3, Casette, Vigo, alcune sezioni di Porto.
- Liberi Insieme ha ottenuto i suoi migliori risultati più o meno nelle stesse sezioni, con l’aggiunta di Vangadizza
- Legnago al Centro è al 17% e al 19,5% nelle due sezioni di Vangadizza, valori superiori al 10% anche a Vigo, Casette, S.Vito e in qualche altra sezione
- Nuova Città ha avuto un massimo dell’8,1% a Casette 12, risultati superiori al 5% in tutta Legnago centro, a S.Pietro e a Canove, valori minimi a S.Vito e Vangadizza
- l’UDC ha ottenuto come sempre il suo massimo a Legnago 4, il resto è a macchia di leopardo
- la Lega Nord ha ottenuto i suoi massimi a Vangadizza dove sfiora il 40%, valori sopra il 30% anche a S.Pietro e Canove. Buoni risultati anche a Porto e Casette, valori minimi a Legnago centro (21/22%)
- il PDL ha avuto il suo massimo a S.Vito (30,3%), buoni valori anche a Legnago centro (sezioni 1 e 4), Terranegra, Canove e Porto.
I voti “solo sindaco” sono il 6,4% del totale e sono distribuiti in modo disomogeneo.
Abbiamo deciso di rappresentare anche il dato delle coalizioni (colonne “CentroSx” e “CentroDx”) che pemette di vedere come solo in 3 sezioni le liste che sostengono Ambrosini siano riuscite, di misura, a superare quelle di Rettondini: Vigo 17 (6,4%), Casette 13 e Casette 5. In tutte le altre 22 sezioni è il CentroDestra a prevalere con scarti superiori al 30% a Terranegra 6, S.Vito e S.Pietro 11 (ove si raggiunge un massimo del 37,4% di differenza)
Infine, tenendo presente le distorsioni dovute al voto “solo sindaco” e alla differenza nelle liste presenti nel 2004 rispetto a quelle del 2009 possiamo abbozzare un’analisi delle differenze partito per partito divise per sezione. A tal fine raggruppiamo le 3 liste civiche di centro sinistra del 2009 e le liste Legnago Democratica e L.Viva/L.Solidale del 2004. Raggruppiamo anche i voti di FI e AN nel 2004, a cui aggiungiamo anche quelli di Destra Veneta (procedura forse politicamente non correttissima, ma resa necessaria dall’inclusione speculare dell’area di sinistra in quella di centro sinistra). Nuova Città, apartitica, viene invece esclusa dal confronto.
Possiamo osservare come:
- l’area di centrosinistra perda a livello comunale il 22,2%, penalizzata in modo pesante soprattutto in alcune sezioni di Vigo, Porto, Vangadizza, solo a Legnago centro limita le sue perdite a meno del 20%,
- l’UDC sia sostanzialmente stabile
- la Lega Nord guadagni il 20,7% in modo piuttosto omogeneo, valori inferiori a Legnago centro ove stenta a raccogliere grandi consensi e a Canove ove, viceversa, era giù forte nelle elezioni scorse
- il PDL paga un travaso di voti alla Lega Nord, pari al 4,7% a livello comunale, con saldi maggiormente negativi a S.Pietro e Casette
This opera by Andrea Candio is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale 3.0 Unported License. Cioé questo lavoro può essere liberamente copiato, distribuito o modificato senza espressa autorizzazione dell'autore, a patto che l'autore sia chiaramente indicato e la pubblicazione non sia a fini commerciali.
Nessun commento:
Posta un commento